IL BRAND SAFETY E IL SUO FUNZIONAMENTO
Con l’aumentare di siti basati sulle fake news o di quelli che puntano al clickbaiting sta crescendo nei grandi marchi la preoccupazione per il brand safety, ossia la garanzia di non veder associato il proprio nome a contenuti dubbi. Difatti nel momento in cui una determinata pubblicità compare in una pagina che tratta argomenti dubbi come il razzismo o simili, l’effetto che viene a crearsi all’interno delle menti dei fruitori del medium è quello di associare il marchio a tali temi, generando quindi un effetto boomerang nei confronti dei proprietari del brand.
Per queste ragioni sta divenendo un problema sempre più pressante per le aziende il brand safety e quali soluzioni trovare per risolvere il problema. Per tenere sotto controllo tale situazione è necessario anzitutto che si instauri un rapporto di fiducia e di trasparenza tra il proprietario del marchio e l’azienda che si occupa di posizionare sul web i banner pubblicitari anche perchè ogni marchio ha necessità diverse nell’ambito del brand safety ed è quindi importante che tutta la campagna pubblicitaria venga seguita passo passo da entrambe le parti.
Gli adviser devono prima di tutto mettere insieme una lista nera che contenga non solo i siti-spazzatura come i siti di streaming pirata e simili, ma anche l’insieme di temi o argomenti con i quali il proprietario del brand non vuole avere relazioni di nessun tipo e dai quali quindi deve essere esclusa la pubblicità, mentre dal canto suo il publisher deve fare un lavoro che sia il più vicino possibile alle volontà del cliente, cercando di essere il più corretto possibile nel posizionamento in web del marchio.
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